Una canzone grezza e graffiante nata alla vista di quel che resta di Vukovar, un canto lirico e non rassegnato a quell'orrore senza senso e senza gloria.

Sembrava che il cielo fuggisse
Con occhi gonfi di dolore
Sfiorando come palpebra tumida
L’orizzonte monocolore
La città ancora non si vedeva
Non si sentiva nessun rumore
Soltanto una pioggia sottile
Salutava me viaggiatore
A Vukovar, a Vukovar
L’atmosfera si fece irreale quando apparvero come visioni
I relitti delle prime case
Ridotte a cumuli dalle esplosioni
Scheletri di muri slabbrati
Pareti sventrate balconi
Detriti di caseggiati
Ultime tracce di abitazioni
E macerie a ostruire le strade
E pali e vecchi lampioni
E fango ed assi bruciate
Cespugli di rovi fra pietre e mattoni
A Vukovar, a Vukovar
A Vukovar ti si accapona la pelle
Mentre attonito ne osservi le profonde ferite
E ti scopri indifeso e vigliacco
Nel coglierne le immagini proibite.
A Vukovar, a Vukovar
Pare di sentire gli spari
I crepiti di mitragliatore
I tonfi di case crollate
L’agonia di qualcuno che muore
I fischi delle granate
Della polvere l’odore
Le urla di chi giace ferito
Le urla di terrore
A Vukovar, a Vukovar
A Vukovar nulla è suggestione
Sei preda di una pace feroce
Di un silenzio gonfio di suoni
A cui le immagini danno la voce
Vukovar è storia infinita
Una parentesi mille pensieri
La tristezza che riempe la vita
Di fratelli ora stranieri
È rabbia che segna destini
È odio, è riprovazione
È una strada senza ritorno
Una guerra senza ragione
A Vukovar, a Vukovar
Sono parole che se ne vanno
Lasciando alle spalle vite perdute
Nuove distanze, nuovi confini
Nuove paure, barbarie vissute.
A Vukovar, a Vukovar
E ti allontani da lei con un vuoto
Che ti prende in fondo al cuore
Un buco profondo che sale
Che ti riempie di dolore
Disagio che ti scava di dentro
Un malessere che attanaglia la gola
Un fardello di sensazioni
Che sconfina in un pensiero che vola
Che ti porta lontano nel tempo
Nelle viscere di storie passate
Nelle pieghe di atroci visioni
Testimonianze mai dimenticate
A Vukovar, a Vukovar
A Vukovar la storia ripete
Il ritornello del suo brano peggiore
Accompagnando questa tragedia
Che ti vuole solo spettatore
E ne ascolti le ultime note
Di una musica senza melodia
Prigioniera di un triste spartito
Che inneggia alla follia
A Vukovar, a Vukovar
E te ne vai allontanando gli spettri
Di miserie prima sconosciute
Salutando col silenzio degli occhi
Le ultime case diroccate
A Vukovar, a Vukovar